Life skills: cosa sono e come svilupparle con il training cognitivo
Le life skills secondo l'OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce le life skills come “tutte quelle abilità e competenze che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri, per affrontare i problemi, le pressioni e lo stress della vita quotidiana”.
In totale, l’OMS individua dieci competenze chiave tra le life skills.
Vi sono abilità cognitive come il pensiero critico e pensiero creativo, il decision-making (capacità di prendere decisioni in modo consapevole) e il problem-solving (saper risolvere i problemi in maniera efficace).
Vi sono poi abilità sociali come la comunicazione efficace, la gestione delle relazioni interpersonali e l’empatia, ossia la capacità di mettersi nei panni degli altri e comprenderne prospettive ed emozioni.
Infine, le life skills comprendono abilità personali legate alla gestione di sé: l’autoconsapevolezza (conoscenza di sé stessi, dei propri punti di forza e limiti), la gestione delle emozioni e la gestione dello stress, cioè la capacità di riconoscere le proprie emozioni e tensioni e affrontarle in modo equilibrato.
Insieme, queste dieci competenze psicosociali di base aiutano l’individuo ad adattarsi e a interagire efficacemente con le richieste della vita quotidiana.
Le life skills nella vita quotidiana
Saper utilizzare queste life skills nella vita quotidiana è di grande importanza per il benessere personale e lo sviluppo equilibrato.
Queste abilità infatti aiutano ad affrontare sfide e decisioni di ogni giorno in modo più consapevole, efficace e sano.
Ad esempio, una comunicazione efficace unita all’empatia favorisce rapporti interpersonali positivi e aiuta a gestire i conflitti in maniera costruttiva; allo stesso modo, il pensiero critico e il decision-making permettono di prendere decisioni responsabili valutando con attenzione pro e contro, anziché agire impulsivamente.
Anche saper gestire lo stress e le proprie emozioni ha un impatto pratico: consente di reagire alle pressioni quotidiane senza ricorrere a comportamenti distruttivi o disfunzionali.
Non a caso, l’OMS avverte che la mancanza di queste competenze nei giovani aumenta il rischio di modalità di coping inefficaci di fronte alle difficoltà.
Di converso, numerose ricerche mostrano che rafforzare le life skills funge da fattore protettivo: contribuisce al benessere psicologico, aiuta a costruire relazioni sane e significative e previene comportamenti a rischio.
Programmi educativi focalizzati sulle life skills si sono dimostrati efficaci nel prevenire problemi come l’abuso di sostanze, le gravidanze precoci o il bullismo, proprio perché insegnano ai ragazzi strategie positive per affrontare situazioni difficili.
L’OMS raccomanda infatti di introdurre l’educazione alle life skills nelle scuole.
Ma queste competenze risultano preziose anche in età adulta e in ambito lavorativo: saper comunicare, lavorare in gruppo, risolvere problemi e gestire lo stress sono qualità molto apprezzate e utili nella vita professionale, al pari delle competenze tecniche.
In sintesi, le life skills supportano l’individuo in ogni contesto – dai rapporti familiari alle decisioni sul lavoro – rendendolo più resiliente, consapevole e capace di scelte positive.
Life skills e funzioni cognitive di base
Un aspetto interessante è il legame tra le life skills e le funzioni cognitive di base, che possono essere potenziate con specifici strumenti di training cognitivo.
Molte life skills implicano infatti processi mentali complessi: ad esempio, per pensare in modo critico o risolvere un problema occorre saper mantenere l’attenzione, utilizzare la memoria e avere flessibilità mentale nel cambiare prospettiva.
Potenziare queste funzioni cognitive fondamentali significa quindi creare un terreno fertile per sviluppare meglio le life skills.
Studi nel campo educativo sottolineano che abilità come memoria, attenzione e concentrazione costituiscono le basi dell’apprendimento e della crescita personale.
Allo stesso modo, esercitare intenzionalmente tali funzioni migliora il controllo che abbiamo sui nostri processi mentali e ci rende più pronti ad applicarli alle situazioni reali.
Ad esempio, l’allenamento delle funzioni esecutive – il gruppo di abilità cognitive che include l’attenzione sostenuta, la memoria di lavoro, la flessibilità cognitiva e l’autocontrollo – si è dimostrato efficace nel migliorare la capacità di concentrarsi a lungo senza distrarsi, di filtrare le informazioni irrilevanti e di gestire più compiti cognitivi contemporaneamente.
Migliorare queste componenti di base ha ricadute positive sulle life skills più complesse: una memoria di lavoro più efficiente aiuta, ad esempio, a risolvere problemi ricordando e collegando tutte le informazioni rilevanti; una maggiore attenzione consente di comunicare meglio, perché si ascolta attivamente l’interlocutore e si colgono dettagli importanti; una flessibilità mentale allenata rende più semplice adattarsi al cambiamento e vedere le situazioni da prospettive diverse, capacità che alimentano il pensiero creativo e l’empatia verso gli altri.
In sostanza, il potenziamento cognitivo fornisce al nostro cervello degli “strumenti grezzi” più affilati (come memoria, concentrazione, velocità di elaborazione), sui quali poi si innestano e si sviluppano con maggiore facilità le life skills in tutti i contesti di vita.
Life skills e training cognitivo
Esistono oggi diversi strumenti di training cognitivo pensati proprio per allenare le funzioni mentali di base e, indirettamente, sostenere le life skills.
In campo digitale, ad esempio, piattaforme come Lumosity o NeuroNation offrono una vasta gamma di giochi ed esercizi “brain training” progettati per stimolare abilità quali memoria, attenzione, velocità di elaborazione e problem-solving.
Lumosity, in particolare, è uno dei programmi di brain training più popolari al mondo (vanta oltre 100 milioni di utenti) e propone decine di mini-giochi interattivi ispirati a compiti cognitivi di laboratorio.
Attraverso sfide quotidiane personalizzate, queste app spingono l’utente a esercitare continuamente la mente: ad esempio, giochi come Memory Matrix o Speed Match allenano la memoria visiva e la rapidità di reazione, mentre altri giochi mettono alla prova la flessibilità cognitiva o il ragionamento logico.
Studi scientifici hanno osservato che un utilizzo regolare di tali giochi può effettivamente migliorare varie funzioni cognitive.
In uno studio, ad esempio, giovani adulti che si sono allenati con Lumosity per alcune settimane hanno mostrato progressi significativi in aree come la memoria di lavoro, l’attenzione e la flessibilità mentale rispetto a un gruppo di controllo[1].
Allo stesso modo, i dati raccolti dalla comunità scientifica indicano che i brain training games possono potenziare specifiche abilità cerebrali allenate (ad esempio, velocità di elaborazione, coordinazione visuo-motoria, capacità di attenzione) nei partecipanti che li utilizzano con costanza.
Questo miglioramento cognitivo, a sua volta, può tradursi in life skills più solide: con una mente più allenata risulta più facile mantenere la concentrazione in situazioni stressanti, ricordare informazioni utili per prendere decisioni ponderate o adattarsi a contesti nuovi facendo leva sulla creatività e sull’empatia.
Oltre alle piattaforme digitali, vanno menzionate anche attività di potenziamento cognitivo più tradizionali o “offline”, che possono anch’esse supportare le life skills.
Esempi comuni sono i giochi da tavolo strategici, i rompicapi (come puzzle, cubi di Rubik), gli enigmi logico-matematici, il Sudoku o i cruciverba – tutti passatempi che stimolano varie funzioni mentali.
Anche semplici esercizi di memoria (come provare a ricordare liste di parole o numeri) o attività strutturate di problem-solving in gruppo (per esempio simulare la risoluzione di un caso pratico) rientrano in questa categoria.
Questi strumenti “analogici” possono essere divertenti e al tempo stesso benefici per il cervello: ricerche hanno mostrato, ad esempio, che dedicarsi regolarmente ai puzzle attiva molteplici funzioni cognitive (dalla percezione visiva al ragionamento, includendo la memoria e l’abilità di rotazione mentale) e può contribuire a mantenere il cervello in forma, proteggendo anche dall’invecchiamento cognitivo.
In definitiva, allenare il cervello – un po’ come si fa esercizio fisico per i muscoli – aiuta a rafforzare le basi cognitive su cui si fondano le life skills, rendendo queste competenze di vita quotidiana più robuste e pronte all’uso nelle sfide di ogni giorno.
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