Quando cervello e scuola si incontrano: la nascita delle neuroscienze educative
Le neuroscienze educative nascono dall’incontro tra ricerca cerebrale e didattica, offrendo nuovi strumenti per comprendere e migliorare l’apprendimento scolastico.
Le neuroscienze educative nascono dall’incontro tra ricerca cerebrale e didattica, offrendo nuovi strumenti per comprendere e migliorare l’apprendimento scolastico.
Gli stimoli multisensoriali rafforzano l’apprendimento: come il cervello integra informazioni visive, uditive e tattili per migliorare la memorizzazione e la comprensione.
Un ambiente ricco di stimoli favorisce lo sviluppo cerebrale: come le esperienze quotidiane influenzano la formazione di nuove connessioni neuronali e potenziano l’apprendimento.
Il sonno è fondamentale per consolidare la memoria: come il cervello rielabora le informazioni apprese durante la giornata e rafforza i ricordi durante il riposo.
La plasticità sinaptica è il segreto del cervello per apprendere e adattarsi: come le connessioni neuronali si rafforzano o si modificano grazie alle esperienze.
Le cause della dimenticanza spiegate dalle neuroscienze: come il cervello seleziona, perde o modifica i ricordi nel corso del tempo.
Il cervelletto svolge un ruolo chiave nella coordinazione dei movimenti e nella costruzione della memoria motoria, contribuendo a rendere fluidi e automatici i gesti quotidiani.
Ispirazione, attenzione e motivazione sono tre leve fondamentali per favorire lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Un approccio educativo che guarda alla persona, non solo alla prestazione.
Le strategie usate da insegnanti e terapisti influenzano direttamente l’attività cerebrale. Guidare l’attenzione verso i suoni delle parole può potenziare l’apprendimento della lettura e facilitare lo sviluppo di nuove connessioni
I ricordi non sono statici ma si trasformano nel tempo: come il cervello modifica e rielabora la memoria a ogni richiamo, arricchendola o distorcendola.